giovedì 23 settembre 2010

Corte del Teatro


La Corte del Teatro si trova a Venezia tra Campo San Luca e Riva del Carbon. La Corte del Teatro è localizzata a fianco del Teatro Goldoni. Tale teatro assunse nei secoli diverse denominazioni, prima tra tutte S. Salvador, poi S. Luca, quindi Apollo ed infine, dal 1875, Goldoni, in onore del massimo commediografo veneziano. A dispetto della sua posizione in centro di Venezia, la Corte del Teatro è poco frequentata ed è solitamente un luogo tranquillo. Essa, a parte la moderna fiancata del Teatro Goldoni, presenta alcuni elementi architettonici interessanti. Primo fra tutti la coppia di scalinate esterne che la caratterizza, anche se non si può apprezzare in pieno l'insieme a causa di alcune piante rampicanti che la nascondono parzialmente assieme alla tenda e ai tavoli di un ristorante. Per vedere quindi al meglio la Corte del Teatro bisogna andarci in inverno. Un altro bel elemento è la vera da pozzo seicentesca che purtroppo ha subito qualche danno nel corso dei secoli (vedi foto). Di fronte alle scalinate si nota una testa in marmo di una vecchia, di cui non si hanno notizie storiche certe. A fianco di essa c'è il simbolo della Confraternita della Scuola Grande di San Rocco e gli stemmi riuniti delle famiglie patrizie veneziane dei Moro e dei Bembo. Nel sottoportico poco distante, presso la calletta angusta che va verso Riva del Carbon, si vede un bel capitello poco prima di sbucare nella trafficata fondamenta che va fino al Ponte di Rialto. La fermata del vaporetto più vicina per arrivare alla Corte del Teatro è "Rialto" (linea 1).





5 commenti:

emilia ha detto...

Non ci son mai stata in questa corte e la prossima non mi dimentico di visitarla! Grazie, Fausto :)

Attilio ha detto...

Ma quella "vecchia" non è quella della leggenda della farmacia in San Luca "Alla vecchia e al cedro imperiale" ?
Si narra che in quella casa viveva poveramente una anziana signora con il proprio figlio. La vecchia aveva l'abitudine di nascondere i propri risparmi in un vecchio pastrano in una polverosa soffitta e aveva giorno dopo giorno accumulato una fortuna. Un giorno d'inverno il figlio non essendo a conoscenza del nascondiglio del "tesoro" accumulato donò ad un povero che infreddolito chiedeva l'elemosina, il vecchio pastrano. Qualche giorno dopo accortasi dello sventurato gesto la vecchia andò in disperazione e rivelò al figlio quello che aveva realmente fatto. Iniziò così una assidua ricerca del mendicante per cui il figlio dovette perfino travestirsi e andare a questuare a Rialto per giorni finchè rintracciò il povero ancora inconsapevole dei soldi che portava addosso. Gli ricomprò il pastrano con la scusa di un legame affettivo e rientrò in possesso della sua ..fortuna ! Alla morte della vecchia il figlio con quell'abbondante lascito aprì una farmacia proprio vicino a casa (L'attuale Farmacia alla vecchia) e fece fare il busto della madre a ringraziamento del lascito ricevuto. I segni delle scuole sul muro dovrebbero rappresentare i proprietari successivi......

emilia ha detto...

Che storia ci ha raccontato Attilio, eh? Molto gradevole! Questo che è successo con questo "post" è una specie di antropologia culturale in azione :)
Fausto, il tuo lettore Attilio ci ha svelato il mistero della vecchia il cui busto vediamo nelle tue foto! Anche questa è una storia bella!

iRiMiKi ha detto...

Grazie Fausto, la corte del Teatro Goldoni ha davvero un fascino particolare. Una volta ci capitai per caso, e fu una bella sorpresa.
Grazie anche ad Attilio per il gustosissimo racconto. Bella la storia, e pure a lieto fine. Sarebbe spiacevole se la buona azione del caritatevole "Figlio della Vecchia" fosse punita con la perdita del gruzzolo...

Fausto ha detto...

emilia: Farai bene a programmare la visita durante il tuo prossimo soggiorno. Ne vale la pena.
Buona serata.

Attilio: Grazie per aver completato il post con il racconto della leggenda relativa alla testa in marmo della vecchia.
Ciao.

emilia: Ho dato purtroppo per scontato che i lettori del blog conoscessero quella leggenda. Essa è raccontata con abbondanza di dettagli su quel capolavoro di libro di Giuseppe Tassini che è "Curiosità Veneziane". E' stata una mia mancanza, a giudicare dai commenti. Cercherò in futuro di non ripetere l'errore e di scrivere degli articoli più dettagliati.
Buona serata.

Irina: Una leggenda diversa dal solito, che però regala il lieto fine a chi i soldi già li aveva. La definirei una specie di leggenda di San Martino al contrario.
Ciao.

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