La Corte Veniera in primavera sembra davvero un posto diverso da quello che si vede il resto dell'anno. Basta vedere l'articolo sulla Corte Veniera di qualche tempo fa per rendersi conto di quanto fosse spoglio questo luogo. Adesso, in piena primavera, la Corte Veniera mostra il suo aspetto più bello grazie alla fioritura di una pianta di glicini posta a ridosso della piccola scalinata che la contraddistingue. Chi viene a Venezia nel mese di maggio dovrebbe approfittare per vedere Corte Veniera ancora con i glicini poiché la pianta non è tutta esposta direttamente ai raggi del sole, permettendo ai fiori di sopravvivere più a lungo. Questa corte in queste settimane primaverili assume davvero un aspetto pittoresco, che si può godere ancor di più per la tranquillità del luogo. Chissà se le migliaia di persone che visitano ogni giorno Piazza San Marco in questo periodo si penserebbero mai di trovare a Venezia un posto calmo come questo. Ma gli innamorati di Venezia, invece di stare tra la folla di turisti, sanno apprezzare Corte Veniera anche se non presenta famosi monumenti. Qui si respira la vera atmosfera veneziana, nascosta tra un labirinto di stradine a Castello presso l'Arsenale di Venezia. La saprete trovare?
venerdì 30 aprile 2010
giovedì 29 aprile 2010
Vista dal Campanile dei Carmini
mercoledì 28 aprile 2010
Venezia Fiorita
La Venezia fiorita è quella che ci mostra il suo aspetto più gaio, durante il periodo primaverile. Venezia fiorita quindi nei suoi giardini ma anche nei campi e perfino lungo il Canal Grande. In molti luoghi della città si vedono alberi in fiore, con fresche gemme che spuntano sui rami, dimostrando che la primavera è nel pieno del suo vigore. I fiori che più si vedono in giro sono di sicuro i glicini, essi spuntano da una pianta e si ammassano formando delle fronde di colore violetto. I glicini emanano un intenso profumo che il nostro olfatto percepisce anche ad alcuni metri di distanza. Ma essi sono purtroppo dei fiori delicati e, non appena la temperatura si riscalda troppo, essi sfioriscono e cadono in poco tempo. A volte in primavera a Venezia si resta colpiti più dalle piante in fiore che dalle stesse bellezze che numerose offre la città. I colori ed i profumi di questa Venezia fiorita ci resteranno impressi nella memoria, così come il tiepido sole e l'odore dell'aria che ci dice che l'estate si avvicina a grandi passi. Non ci resta quindi che goderci la Venezia fiorita con tanta gioia. Troppo a lungo abbiamo atteso la primavera e adesso bisogna stare all'aria aperta per approfittare appieno della bella stagione. Nelle foto vediamo nell'ordine un giardino con alberi in fiore presso la contrada di San Simeon Piccolo, una pianta di glicini nel cortile interno della Ca' Foscari, delle gemme in Campiello dei Squellini (l'alberello è quello che vedete piantato nell'immagine di quel post), e ancora glicini sulle rive del Canal Grande.
martedì 27 aprile 2010
Vela al Terzo
La vela al terzo è molto praticata nella Laguna di Venezia. L'attività della vela al terzo si può effettuare su diversi tipi di imbarcazioni tipiche dell'ambiente lagunare, tra le quali il topo venessian, la caorlina, la sampierota, la mascareta ed il bragosso. Queste barche possono anche essere vogate, ad eccezione dell'ultima, il bragosso (originario di Chioggia e adatto alla pesca). Durante la bella stagione vengono corse una decina di regate di vela al terzo con percorsi all'interno della Laguna di Venezia. La regata più tradizionale di vela al terzo è la Chioggia-Venezia, mentre quella più importante è il Trofeo del Presidente della Repubblica che ha come eccezionale campo di regata niente meno che il Bacino di San Marco. Comunque tutte le regate di vela al terzo sono ugualmente spettacolari perché vedono al via anche un centinaio di imbarcazioni. Esse vengono suddivise in categorie a seconda della loro lunghezza. Le vele al terzo hanno dei colori predominanti che sono il bianco, il rosso ed il giallo. Chi organizza le regate ma anche due corsi all'anno è l'Associazione Vela al Terzo, che ha sede presso una base nautica localizzata ai Bacini dell'Arsenale di Venezia. E' grande l'entusiasmo di chi pratica la vela al terzo nella Laguna di Venezia. Essa è infatti un'attività sportiva che consente di stare all'aperto, stando a contatto con l'ambiente lagunare. Ci sono proprio pochi rumori, si sente solo il vento che soffia sulle vele e le onde che accarezzano la barca. Tutto ciò offre davvero delle ottime sensazioni. Gli appassionati della vela al terzo sono sempre in numero crescente e con la loro attività contribuiscono a mantenere viva una tradizione secolare.
Ho scattato alcune foto di fretta una sera (era domenica 13 settembre 2009), uscendo dalla Biennale dell'Arsenale. Vedendo molte imbarcazioni con la vela al terzo ho voluto prendere qualche immagine "al volo".
Credo che anche AnnaLivia fosse lì, perchè nel suo post "un peu de couleur" qualche tempo fa ho visto che presentava delle foto della stessa manifestazione di vela al terzo. Come dire, ci siamo incontrati ma non ancora conosciuti.
Sembra che il prossimo mese di maggio vedrà arrivare in città un grande numero di innamorati di Venezia. Me li immagino preparare già le valigie e controllare con cura i propri bagagli. So come ci si sente stando lontani da questa città. Ma adesso mancano pochi giorni alla partenza, e Venezia vi aspetta!
lunedì 26 aprile 2010
Festa del 25 Aprile a Venezia
La Festa del 25 aprile a Venezia ha un doppio significato e quindi una grande importanza. La Festa del 25 aprile a Venezia celebra la ricorrenza di San Marco, il santo patrono della città, ma anche la data della liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista. A Venezia si sono svolte delle toccanti commemorazioni a ricordo del 25 aprile 1945 sui luoghi in cui vennero trucidati alcuni protagonisti della Resistenza in città, l'insieme delle quali è stato denominato Percorso della Memoria. La più importante commemorazione si è tenuta in Riva dei Sette Martiri, a Castello, con la deposizione di una corona di alloro sulla lapide che ricorda la fucilazione di sette persone. Il 25 aprile a Venezia è naturalmente anche il giorno in cui si festeggia San Marco, uno dei quattro evangelisti. Il corpo di San Marco venne trafugato da Alessandria con uno stratagemma e condotto a Venezia nell'828, dove venne accolto con tutti gli onori. Da allora egli divenne il santo patrono della città ed il Leone di San Marco impersonificò il simbolo stesso della Serenissima. Attorno alla data del 25 aprile a Venezia circola anche una antica leggenda. Si racconta che un giovane si fosse innamorato della figlia del doge Orso Partecipazio, ma che costui gli rifiutasse il permesso di concedergliela in moglie finché il ragazzo non avesse dimostrato il suo valore. Accadde che quindi il giovane si recò con una galea veneziana a far guerra ai turchi, ma che dopo aver combattuto da eroe, venne trafitto dai nemici. Allora lo sfortunato giovane, prima di morire, colse un bianco bocciolo di rosa e lo bagnò con il proprio sangue, pregando uno scudiero di consegnarlo alla propria amata. Quindi anche ai giorni nostri, per la festa del 25 aprile, è usanza molto sentita tra i veneziani quella di regalare un bocciolo di rosa rossa (che a Venezia si chiama "bòcolo") alle donne amate, siano esse amiche, le fidanzate, le mogli o le mamme. E' una tradizione che va avanti da secoli ma che è davvero molto romantica. A tutte le lettrici del blog mando per la Festa del 25 aprile un "bòcolo" virtuale tra quelli visibili nell'immagine del post. Mariti permettendo.
domenica 25 aprile 2010
Chiostro della Trinità
Il Chiostro della Trinità si trova a Venezia ed è localizzato all'interno del Convento di Santa Maria dei Frari. Il Chiostro della Trinità non è l'unico a trovarsi in questo complesso conventuale, ne esistono infatti altri due: il Chiostro di Sant'Antonio (attualmente in restauro) ed il Chiostro di San Niccolò della Lattuga. Quest'ultimo aveva annesso un orto così vasto che già nel 1232 i suoi prodotti venivano venduti anche al mercato di Rialto. I primi due chiostri sono di proprietà dell'Archivio di Stato, mentre il terzo appartiene alla Parrocchia dei Frari. Il Convento di Santa Maria Gloriosa dei Frari, chiamato semplicemente "dei Frari", ha delle origini antiche ma conseguenti alla chiesa. Nel 1231 il doge Jacopo Tiepolo dona un terreno all'Ordine Francescano affinchè possa costruire una chiesa (essa misurava solo 14 metri di lunghezza ed era ampia 7), con annesso un convento. Già venti anni dopo la chiesa, a causa della grande quantità di pelllegrini che la frequenta, viene riedificata con il doppio delle dimensioni primitive.
Infine nel 1330 circa, si cominciarono i lavori per costruire in stile gotico l'attuale Chiesa dei Frari, che poi diventerà basilica. Il Convento dei Frari aumenterà le proprie dimensioni in proporzione alla chiesa, diventando tra i conventi più grandi di Venezia. Al suo interno si trovavano ben 300 ampie celle per ospitare i frati francescani, il più illustre dei quali fu il grande cartografo Vincenzo Maria Coronelli, francescano che qui trascorse gran parte della propria vita. Il convento venne chiuso nel 1810 a seguito delle riforme napoleoniche ma già dal 1822 esso divenne sede dell'Archivio Veneto grazie a Jacopo Chiodo e successivamente, con l'annessione di Venezia al Regno d'Italia, esso cambierà nome in Archivio di Stato. Ma torniamo a parlare del Chiostro della Trinità. Esso deve il proprio nome al gruppo scultoreo posto su un supporto in marmo che giace al di sopra della vera da pozzo al centro del cortile. Sono raffigurati infatti il Padre, il Figlio (che regge una croce) e lo Spirito Santo, rappresentato da una colomba che irradia luce. Il Chiostro della Trinità era aperto anche alla popolazione che aveva così libero accesso all'acqua del pozzo. Tale acqua, seppur non potabile, venne utilizzata per uso domestico anche negli ultimi anni della seconda guerra mondiale.
Il Chiostro della Trinità era anche chiamato Chiostro Pubblico o Chiostro dei Morti, poichè al suo interno trovarono sepoltura dei frati ed alcune personalità. Dentro al Chiostro della Trinità sono posizionate anche delle sculture che rappresentano i quattro arcangeli. Il chiostro come lo vediamo adesso, con le sculture, venne realizzato nel '500 mentre il porticato con la terrazza venne completato nel XVIII secolo. Il loggiato circonda completamente il Chiostro della Trinità con degli archi a tutto sesto. Lungo il perimetro del chiostro erano localizzati inoltre il refettorio estivo e quello invernale ma anche la Sala Capitolare. Il Chiostro della Trinità è aperto raramente al pubblico, vi si ha accesso solo durante la Settimana della Cultura in primavera e in occasione di mostre o esibizioni speciali. L'entrata, normalmente chiusa, si trova sulla facciata dell'Archivio di Stato, a sinistra, adiacente alla Chiesa dei Frari. Sul lato del vicino Ponte dei Frari si può vedere il simbolo dell'Ordine dei Francescani in marmo con una croce e due braccia incrociate. Un braccio è nudo mentre l'altro indossa il saio, entrambi portano sulle mani le sacre stimmate. La fermata del vaporetto più vicina per arrivare in Campo dei Frari e quindi al Chiostro della Trinità è "S. Tomà" (linee 1 e 2).
Ecco un mio breve filmato sul Chiostro della Trinità.
sabato 24 aprile 2010
Quattro Gatti a Venezia
Quattro gatti a Venezia? Qualcuno potrebbe anche prenderlo come un gioco di parole con riferimento agli abitanti di Venezia. In città ormai si è andati sotto alla soglia psicologica di 60.000 residenti, al punto che qualche mese fa è stato organizzato il Funerale di Venezia. Per cui in un certo senso si può dire che noi veneziani siamo davvero rimasti a vivere qui in quattro gatti. Ma in questo post volevo proprio mostrarvi quattro gatti che ho incontrato nelle mie lunghe passeggiate per Venezia. Per poter scattare le foto da vicino ho dovuto, mio malgrado, disturbare i quattro felini che erano intenti nelle proprie faccende. Ve li vorrei prentare uno ad uno. Il primo gatto si trova sul davanzale di una finestra veneziana e sembra quasi intento a .... covare un uovo! Proprio strano per un mammifero. Ha degli occhi proprio belli, la pupilla è strettissima a causa della luce intensa del sole. Il secondo gatto è guercio e mi guarda minaccioso con l'unico occhio rimastogli. Chissà come ha perso l'occhio, forse in un combattimento con un altro gatto, forse fu fatale l'incontro con un cane o con un monello. Il terzo è un gatto nero che si stiracchia sopra ad un muretto e credo che qualche lettore del blog starà già facendo degli scongiuri. Io non sono scaramantico, però quando ne vedo uno che mi attraversa la strada mi assale una certa inquietudine. Non so voi. L'ultimo dei quattro mici è invece una mamma gatta che si gode il sole primaverile distesa sui gradini di un ponte, peccato se ne stia andando. E poi si dice in giro che i gatti di Venezia sono scomparsi, beh, almeno io ne ho visti quattro!
venerdì 23 aprile 2010
Colpo di Tacco
Il colpo di tacco non è una prerogativa solo dei calciatori, ma da sempre lo è anche per i gondolieri di Venezia. Come "colpo di tacco" del gondoliere si può definire quel movimento fatto con il piede volto ad evitare che la propria imbarcazione possa toccare i muri dei palazzi che lambiscono i canali, con conseguente spinta della gamba dalla parete verso il centro del "rio". Il colpo di tacco del gondoliere viene effettuato sempre e comunque con il piede sinistro, poiché è la fiancata sinistra della gondola che rischia il contatto con i muri a picco sui rii di Venezia. Le scuole di pensiero a tal proposito sono due. La prima sostiene che se un gondoliere è davvero bravo non ha bisogno di effettuare il colpo di tacco, e che egli dovrebbe essere sempre in grado di condurre la gondola senza toccare con il piede sinistro i muri dei canali. La seconda afferma che invece il colpo di tacco richiede notevole abilità ed equilibrio per non cadere in acqua, quindi è lecito. Forse il colpo di tacco del gondoliere non sarà così spettacolare come quello di un calciatore, ma è sicuramente efficace e soprattutto non fallisce mai. In situazioni di equilibrio precario o di manovre affrettate un mancato appoggio potrebbe portare ad uno sbilanciamento e ad una caduta in acqua del gondoliere, il che sarebbe oltremodo imbarazzante per tutta la categoria. Speriamo naturalmente di non dover mai documentare un simile evento, anche perché confidiamo nella grande professionalità dei gondolieri. Essi infatti non fanno mai delle manovre inutili o azzardate che potrebbero compromettere la stabilità dell'imbarcazione, puntando sempre sull'incolumità dei passeggeri. Anzi, quando i turisti salgono in gondola, la prima cosa che il gondoliere chiede è che essi si dispongano in maniera tale che il loro peso sia bilanciato. Il colpo di tacco del gondoliere comunque non è un gesto raro, lo si può vedere decine di volte in un giorno lungo i canali della città, in special modo dopo una svolta a destra, "stagando", come si dice in veneziano.
giovedì 22 aprile 2010
Palazzo Zen
Palazzo Zen si trova a Venezia nel sestiere di San Polo. Palazzo Zen è localizzato sul Rio di San Stin e la sua facciata principale è perfettamente visibile da Fondamenta Contarini. Palazzo Zen fu costruito nel '400 in stile gotico su commissione della omonima famiglia, detta anche Zeno. Questa famiglia nobile di Venezia ha dato alla Serenissima un doge, Ranieri Zen, ed il vincitore della guerra di Chioggia contro i genovesi, Carlo Zen. La facciata principale di Palazzo Zen presenta lo schema tipico degli edifici in cui vivevano i nobili veneziani. Si notano quindi un mezzanino e due piani nobili, al centro dei quali sono poste due belle quadrifore. Sulla sommità di Palazzo Zen si trovano due piccoli obelischi (se ne possono vedere di simili posti su altri palazzi lungo il Canal Grande) a testimoniare che lì viveva un "comandante da mar". Per entrare nel Palazzo Zen si deve passare per l'omonimo campiello, dal quale si vede un grande portone ed un alto muro. La visita purtroppo non è consentita ai privati, comunque, oltrepassato il portone di ingresso si entra nel cortile interno di Palazzo Zen. Esso è caratterizzato da una piccola vera da pozzo senza alcun fregio ma con tanto di coperchio originale, in rame. Inoltre nel cortile interno c'è una tipica scala esterna scoperta, caratteristica dell'architettura gotica a Venezia. Il cortile è pavimentato in maniera singolare, al centro si vede un ottagono in marmo che riprende il basamento della vera da pozzo, quindi i tombini che raccoglievano l'acqua piovana sono circondati da disegni pentagonali. L'insieme è davvero elegante e poco diffuso a Venezia. Sempre dal cortile di Palazzo Zen si vede la facciata secondaria dell'edificio, che è posteriore (XVI secolo) a quella localizzata sul canale. Su di un angolo è posto lo stemma in marmo della famiglia Zen. La fermata del vaporetto più vicina per arrivare a Palazzo Zen è "S. Tomà" (linee 1 e 2) e si deve poi attraversare il Campo dei Frari in direzione Rialto.