L'interno del Campanile di San Geremia mi ha offerto delle cose interessanti da vedere. Ho percorso l'interno del Campanile di San Geremia con calma, come sempre, perché l'ascesa richiede concentrazione. E poi, se vado su di corsa e resto senza fiato, come riuscirei a tenere ferma la macchina fotografica con lo zoom? Inoltre mi voglio sempre assaporare con calma la salita, cercando dei particolari e preparandomi alla vista che mi attende dalla cella campanaria. Quando si sale per un campanile si deve sempre fare attenzione a dove si mettono i piedi, specialmente quando l'illuminazione è scarsa.
Passiamo senza indugi alla descrizione delle immagini e dell'ascesa. Sotto al titolo la foto dell'interno del Campanile di San Geremia, avvolto nel buio e illuminato temporaneamente dalla luce del flash. Devo prima di tutto aprire un cancello nero che mi fa arrivare esattamente sotto al Campanile di San Geremia e che mi offre una vista insolita del campanile, tra la chiesa e Palazzo Labia. Mi trovo di fronte alla porta del campanile che è chiusa da un chiavistello piuttosto duro da aprire. A questo punto entro e comincio la salita vera e propria. Dopo poche scale vedo una tipica bifora romanica e, poco più in su, gli ingranaggi dell'antico orologio del Campanile di San Geremia che purtroppo non sono più in funzione. Ancora rampe e poi una finestrella mi fa vedere uno scorcio di Campo San Geremia. Proseguo e da un'altra apertura si intravede il Canal Grande. Devo fermarmi per un po' e riabituare gli occhi all'ambiente scuro dell'interno del Campanile di San Geremia. Più avanti noto un vetrino che fa la guardia ad una crepa. Sento che sto per arrivare in cima al campanile ma poco prima riesco a vedere gli archi murati di una cella campanaria più antica di quella attuale: il campanile un tempo era più basso. Infine sollevo una pesantissima botola e mi ritrovo sulla cella campanaria del Campanile di San Geremia. Neanche il tempo di metterci il piede che vengo stordito dal rintocco della campana centrale che segna la mezz'ora. Ho bisogno di riprendermi, la campana ce l'avevo a meno di un metro dall'orecchio e il rintocco è giunto inatteso. Guardo verso i quattro lati e offrono tutti delle splendide visuali, comincio a scattare foto, una dopo l'altra. Ogni tanto devo fermarmi per riscaldarmi col fiato le mani, quasi gelate dal vento del nord che mi fa soffrire. Il panorama che mi si presenta innanzi mi lascia a bocca aperta, ho Venezia distesa pigramente sotto il tiepido sole di una mattinata che ha poco di autunnale. Il freddo è di certo quello di un prematuro inverno. Come spesso accade non si sente alcun rumore da lassù, a parte il sibilo del vento. Mi sento solo su quel campanile così distante da terra, ma non provo nessun timore, perché è troppa la gioia e la soddisfazione per averlo "conquistato". Dopo aver perso per l'ennesima volta la cognizione del tempo mi devo separare a malincuore da quella magnifica visione dall'alto della mia città. Accarezzo come faccio sempre le campane e devo fare la parte più dura del tratto all'interno del Campanile di San Geremia: il ritorno. Mi avvio verso la botola e torno a sprofondare nell'oscurità. Troppe emozioni, per oggi può bastare….
11 commenti:
Uniche foto come sempre!
Grande grande Fausto!
Encore un bien sympathique parcours...
Bonne journée
Che belle foto !
Le immagino un poco come un topolino nelle campanili di Venezia, ma un topolino con macchina fotografica, cio ch'é una spezie abbastanza rara !!!! E questo per la nostra soddifazione!
Bella giornata. Louis
Quel plaisir que ces promenades vertigineuses.
Génial !
Merci Fausto de partager ces vues et ces émotions.
M.17
"Mi sento solo su quel campanile così distante da terra, ma non provo nessun timore, perché è troppa la gioia e la soddisfazione per averlo "conquistato". "
Bravo, e grazie!
Come sempre, foto interessantissime!
Due domande: sulla foto della porta ci sono due strisce nere sul lato sinistro della porta stessa: sono fessure o "fughe" riempite di qualche materialenero?
Per quanto riguarda i vetrino che si vedono ancora intatti, si sa quando sono stati posti in loco?
emilia: Uniche no, ma probabilmente poco comuni. Grazie mille!
Ciao.
Martine: ... Que j'ai bien aimé vous dire!
A bientôt.
Louis: Un paragone simpatico. Ma quando sono lassù vorrei saper volare per non dover più scendere.
Buona serata.
M.17: Il me donne une grande satisfaction d'être en mesure de vous montrer mes chemins inhabituels.
A bientôt.
Yvonne: Thank you very much.
Kind regards.
Sergio: In quell'angolo c'era poca luce e sono stato costretto ad usare il flash. Per questo motivo si vedono quelle che sembrano fessure, ma sono le ombre dovute alla luce artificiale del flash.
Purtroppo nelle vicinanze del vetrino non c'erano date, a differenza di quelli posti all'interno del Campanile di Santo Stefano che hanno scritto a fianco l'anno di installazione.
Buona serata.
Bellissime foto, veramente!
mi ha interessato particolarmente quel vetrino sulla crepa, per misurare ogni cambiamento, sicuramente (?)
Quissà sul campanile di Torcello!...
Dominique: I vetrini servono per registrare eventuali allargamenti delle crepe, quindi a mettere in evidenza una situazione di instabilità. E' bene monitorare i campanili con questo pratico sistema.
Buona serata.
molto belle, forse questa volta hanno qcs in più - la luce, il buonumore, non so ma sono come animate
Rayna: Può darsi che il formato più grande faccia visualizzare meglio le foto. Anche l'interno del campanile offriva però degli ottimi spunti.
Ciao.
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