La Pasticceria Tonolo venduta ai cinesi? E' questa la domanda principale che si sono fatti i veneziani per calli e campi durante tutta la durata del carnevale. Qualcuno ha subito pensato ad uno scherzo di cattivo gusto, una burla. Però le voci che la Pasticceria Tonolo era stata venduta ai cinesi erano continuate a circolare anche dopo martedì grasso. Per smentire tali dicerie è apparsa il 18 febbraio una dichiarazione ufficiale direttamente sulla pagina Facebook della Pasticceria Tonolo. Tanto basti per rassicurare l'affezionata clientela di una tra le migliori pasticcerie in città. Quindi fortunatamente non ci troviamo di fronte all'ennesima invasione cinese a Venezia. I clienti della Pasticceria Tonolo sono felici all'apprendere la bella notizia dello scampato pericolo.
Per il momento.
5 commenti:
Fausto,nella mia ultima visita a Venezia (che purtroppo risale al 2009),nel bel mezzo di una lunga passeggiata per la città,mi sono seduto con i miei parenti al tavolino di un bar in un campiello per gustarmi un caffè con qualche dolcetto.
Solo a quel punto mi sono accorto che la gestione era cinese:sono restato,ma senza soddisfazione,e vorrei spiegare il perchè.
Sgombriamo subito il campo da qualsiasi prevenzione di tipo razzista:riconosco a qualsiasi persona,di qualunque colore,di esercitare ovunque il diritto di impresa purchè svolto in osservanza delle leggi.
Il fatto è che quando mi trovo in una località,ed in modo particolare a Venezia,e decido di gustarmi un cibo o una bevanda,desidero ricevere una consumazione che conservi per modalità di preparazione le tradizioni specifiche di quel luogo,ed anche che possibilmente mi venga servita da un "locale",che col suo simpatico dialetto mi faccia avvertire ancor più la venezianità della circostanza.
Ma forse al giorno d'oggi chiedere questo è un'utopia.
Per questo plaudo allo scampato pericolo della ventilata cessione della pasticceria Toniolo.
Venezia avrà un degno futuro e scamperà al pericolo di diventare una artificiale Veniceland solo se saprà mantenere ben strette le proprie caratteristiche peculiari
derivate da secoli di tradizioni tramandate tra generazioni.
Debbo confessare però che in merito a questo sono mio malgrado pessimista.
Ciao e buon lavoro.
Claudio: Condivido completamente quanto esponi nel tuo commento. Purtroppo i veneziani stanno perdendo pezzo dopo pezzo la loro città, e molti nemmeno se ne accorgono. Ogni località al mondo dovrebbe avere la sua peculiarità, qui a Venezia si sta disgregando irreparabilmente il tessuto socio-economico che sussisteva fino a una ventina di anni fa. Vedo che le attività locali stanno chiudendo in questo periodo di crisi. Solo quelle gestite da stranieri (i "foresti") resistono e anzi rilevano quelle che un tempo appartenevano ai residenti. Come amara e finale considerazione si deve ammettere che la situazione che si è creata è anche colpa di alcuni veneziani. Di questo passo in poco tempo si perderà ancora quel poco che è tradizionale. Insomma, la strada verso una Disneyland in laguna è ormai tracciata.
Buona serata.
Se "Tonolo" non è passato ai cinesi, tutt'attorno, invece, lo è.
Attorno a casa mia c'è più di qualche bar gestito dai cinesi che, a dire il vero hanno imparato a fare lo spriz.
Inoltre fanno incetta di case; ovviamente se lavorano hanno bisogno anche di alloggiare.
Il fatto grave non è che si tratti di cinesi, o di altra provenienza, ma che non si sa da dove provengano i soldi con i quali comprano, in contante!!!!, attività e case che a Venezia non sono a portata di molti.
Ovviamente chi viene pagato in contanti poi non denuncia l'importo giusto! Quindi anche molti veneziani sono la causa di questo fenomeno! E sarebbe facile perseguirli.
Come fanno i cinesi a comprare immobili in contanti quando è obbligatorio stipulare presso un notaio indicando con esattezza nell'atto gli estremi dell'assegno circolare non trasferibile a pagamento della transazione?
@ Claudio: "Come fanno i cinesi a pagare in contante?" Semplice, non è che paghino tutto in contanti, ma una buona parte; ovviamente i prezzi reali sono lievitati; quelli dichiarati no!
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