Vi ricordate la Libreria Mondadori a Venezia? Si, proprio quella che era stata costretta a chiudere nonostante le proteste dei veneziani, a pochi passi da Piazza San Marco. Avevamo annunciato la cessazione dell'attività il 6 gennaio 2011 e ne avevamo scritto anche il "de profundis" con un post dal titolo chiude la Libreria Mondadori. Ebbene, più di un anno è trascorso da allora e potete vedere nelle foto com'è lo stato attuale di quella che fu per anni la più frequentata libreria di Venezia.
Dalle immagini attuali si nota come all'esterno vi siano ancora le scritte di cessazione di attività, mentre l'interno della ex-Libreria Mondadori è desolatamente vuoto. Dentro non vi è segno alcuno di presenza umana, né di lavori in corso. Ossia i locali sono stati svuotati dei libri e degli scaffali nelle settimane seguenti la chiusura, ma poi tutto è rimasto come allora. Alcune domande ci sorgono spontanee: era necessario far chiudere a tutti i costi la Libreria Mondadori se poi al suo posto, dopo così tanto tempo, non è stata ancora aperta una qualsiasi altra attività? Non si poteva proprio concedere una proroga? Chi segue le vicende cittadine non potrà certo aver dimenticato le polemiche e le proteste di chi voleva assolutamente che quella libreria rimanesse aperta. Fu tutto invano, nessuno fu in grado di fermare lo sfratto. E fa male riguardare le immagini di allora, quando la Libreria Mondadori era ben viva, con molti clienti che la frequentavano e garantiva impiego a dodici lavoratori. Senza contare lo Spazio Eventi all'ultimo piano dell'edificio, autentica fucina culturale e punto di riferimento per tante iniziative nell'ambito di Venezia. Adesso non ci resta che guardare sconsolati una vetrina oscurata ed un interno impolverato. Si spera che un altro negozio apra dove un giorno c'era la Libreria Mondadori.
Si, ma quanto tempo si dovrà aspettare ancora?
Si, ma quanto tempo si dovrà aspettare ancora?
11 commenti:
Purtroppo, questa è Venezia!
Tutto viene ceduto ai "botegheri" (nel senso più brutto del termine, cioè di gente che traffica solo per fare "schei") e gli spazi della cultura vengono chiusi.
Si sa che più la gente è ignorante e più i potenti (in questo caso i ricchi) comandano e fanno quello che vogliono e che torna utile solo a loro.
Basta guardare anche cosa è successo al Ridotto, sempre nello stesso corpo di fabbricato.
Cosa succederà con il Fontego dei Tedeschi diventato di proprietà della solita famiglia di lanaioli di campagna? Prima tante promesse, e poi te lo mettono .........
Ma attenti anche a quello che succederà a Ca' Corner della Regina, anche questo ceduto ai privati, in questo caso Prada. Vedrete, prima tante promesse e poi tanti alberghi con tante stelle!!!
Visto come vanno le cose, è meglio che Venezia sprofondi nelle acque lagunari!!!
Non centra con questo post ma.......http://www.ptrc.it/concorsofotografico/voto.php
Parteciperai?
Ciao Luci
personalmente alle grandi catene di distribuzione preferisco le piccole librerie, dove esiste ancora un rapporto tra l'arte di fare il libraio e i clienti. Per quelle manifesto volentieri, le altre sinceramente ...
Per il caso in questione direi che si tratta di spazi privati, magari l'affitto richiesto è troppo oneroso e nessuna impresa può permetterselo.
Ma su tutto c'è la regola del commercio, se una libreria chiude evidentemente non ha abbastanza guadagni/clienti, la regola della domanda e dell'offerta ...
Come mi fa ribbollire il sangue questo discorso. Nella piccola cittadina dove vivo la stessa cosa succede. C'e' un proprietario che pensa di poter prendere un affito piu' alto, sfratta un negozio appena il contratto scade, il pubblico e' allibito, il locale poi rimane vuoto per anni perche' con l'economia di oggi nessuno si puo' permettere gli affitti che chiedono. Abbiamo perso un negozio di ferramenta in Dicembre per la stessa ragione, era un'istituzione.
Mi domando se c'e' un sistema che permette ai padroni di locali di detrarre la perdita di un affitto dalle tasse, altrimenti come si possano permettere di rimanere chiusi per anni invece di abbassare l'affitto richiesto? Si parla di migliaia di dollari al mese, come e' possibile?
Sono anni che cerco di aprire una piccola pasticceria, ma gli affitti sono astronomici, e cosi' solo negozi di abbigliamento rimangono, che poi competono uno contro l'altro.
E' cosi' un po' dappertutto, il denaro vince sopra la felicita' e l'etica per molte persone.
Deprimente.....
Rispondo a Pier che, evidentemente non veneziano, non può essere a conoscenza del caso.
Il fabbricato nel quale si trovava la Libreria Mondadori, con annesso uno spazio riservato ad incontri culturali, era stato acquistato anni fa da privati ai quali il comune ha concesso il cambio di destinazione d'uso a condizione che alcune aree restassero a disposizione del pubblico. Questo, dopo alcuni anni, è stato ignorato o, addirittura, come il caso dell'ex teatro Ridotto che doveva restare spazio pubblico e che, invece, non ha mai svolto questa funzione in quanto subito inglobato nell'albergo. Purtroppo, a Venezia, tutto viene trasformato in alberghi, anche singoli appartamenti.
Ora ci sono altri due casi, come cito nel mio intervento precedente, in uno dei quali è sempre presente il solito gruppo, per i quali ci sono le stesse preoccupazioni.
Pare che debbano aprire un negozio di Louis Vuitton al posto della Libreria Mondadori. Evidentemente, si fa prima a vendere una borsetta da 1000 euro (infatti, nel negozio Vuitton a Padova c'è sempre gente, crisi o non crisi) che aspettare 100 persone che amano leggere e possono permettersi di compare un libro. E anche questo è molto triste.
Quando vado a Venezia, è sempre una gioia per me di fare vivere le piccole librerie. Ero andato alcune volte alla Mondadori e ho imparato con una grande tristezza la sua chiusura. Faceva parte dell'anima e del fascino di Venezia.
Sergio: I veneziani ben si ricordano cosa successe con il Teatro del Ridotto, ora inaccessibile al publico. Anche come si sta trascinando la vicenda della Libreria Mondadori però ci lascia con l'amaro in bocca. Le autorità devono vigilare di più in queste vicende (sarà mai possibile?) e tutelare l'utilizzo pubblico rispetto al privato. Ossia, in poche parole, in una società aperta e moderna si dovrebbe privilegiare la collettività.
Ciao.
luci: Non credo che ci parteciperò, mi accontento di aggiornare questo blog. :O)
Buona serata.
Pier: Leggendo tra i commenti ho visto che Sergio ha cercato di spiegare come fu la vicenda. La Libreria Mondadori per i veneziani era diventato un punto di incontro per chi ama la cultura. Quando ne furono privati essi provarono molta tristezza. In effetti non ho mai pensato alla Libreria Mondadori come ad una grande catena di distribuzione, ma come un luogo di aggregazione. Luogo raro, pur in una città d'arte come Venezia, dove l'interesse privato troppo spesso la fa da padrone.
Ciao.
Laura: Leggendo il tuo commento si capisce come le due esperienze siano comuni anche in due Paesi così lontani e all'apparenza differenti. Anch'io rimango stupito quando vengo a conoscenza di locali che vengono tenuti chiusi di proposito dai loro proprietari piuttosto che proporli ad un affitto più economico.
Spero che avrai la possibilità di aprire la pasticceria dei tuoi sogni: a quel punto non mancheremo di farle la dovuta pubblicità!
Ciao.
Irina: Anche quello che dici tu è vero. Spesso si cercano delle soluzioni più vantaggiose (e remunerative) rispetto a quelle più impegnative (ma utili al pubblico). Questo aspetto è preminente e deprime gli acquisti dei veneziani a vantaggio di quelli dei turisti (almeno quelli facoltosi).
Buona domenica.
Condorcet: Ci manca molto la Libreria Mondadori. Con tristezza allora ne abbiamo annunciato la chiusura così come ora mettiamo in evidenza il mancato riutilizzo dei suoi locali.
Buona serata.
Evidentemente alla Mondadori conveniva chiudere!! Non è che alla Mondadori manchino i soldi per l'affitto anzi forse preferisce un grande centro commerciale dove la frequentazione è più alta!
FRancis
francis: Come ho già avuto modo di spiegare, questa vicenda non è stata di facile interpretazione. Tuttavia una delle conseguenze è stata immediata: 12 persone hanno perso il loro posto di lavoro a causa di questa chiusura.
Buona serata.
Installazione "NOTHING LASTS EXCEPT CHANGE" per la 52 Biennale di Venezia, nella ormai scomparsa Libreria Mondadori in piazza San Marco a Venezia.
L'installazione, il cui titolo è tratto dai “Frammenti” di Eraclito, si presenta come una struttura instabile sospesa dalla cima della grande torre di vetro che attraversava i tre piani della libreria con dei sottilissimi fili di nailon, sino a lambire la sala al piano terra, in palese contrasto con l’apparente pesante massa ferrosa arrugginita dei tubi di cui si compone.
Tubi pericolanti intrecciati in un equilibrio impossibile con l’intento di procurare nello spettatore un effetto di straniamento e di precarietà immanente, la percezione della caducità dell’uomo e del suo tempo.
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